Territorio di

Corneliano d'Alba

Tra i mesi di aprile e maggio il furgoncino rosso ha incontrato il Consiglio Comunale dei ragazzi di Corneliano d’Alba e i giovanissimi di Spazio Aperto del Cinema Vecchio. Una quindicina di ragazzi ha preso parte a quello che abbiamo chiamato Laboratorio di comunità, ossia un percorso in due incontri volto ad interrogarsi su cosa significa essere parte di una comunità, viverla, partecipare e stare insieme.

Il percorso coi ragazzi è stato costruito insieme al gruppo di giovani e adulti che ha preso parte a Cultura in Movimento nel 2017, come naturale proseguimento del lavoro svolto insieme nel primo anno di attività sul territorio.

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con Damiano Grasselli

La prima sensazione che si ha ascoltando i ragazzi del Cinema Vekkio che parlano di lavoro è quella di essere davanti a persone che cercano una protezione, che si sentono feriti e un po’ abbandonati dal e nel mondo. Le delusioni delle prime esperienze lavorative è palpabile. Al tempo stesso però c’è anche una forte dimensione di realismo che prende piede: “quando ti accorgi che non sarai un calciatore famoso…” Allora i nodi della vita cominciano a venire a galla e si inizia a prendere coscienza di quanto sia importante stare bene nelle cose che si fanno. Non un benessere fasullo. Uno stare bene legato alla famiglia, agli amici, all’abitare, al vivere quotidiano. E dalle loro parole questo cambiamento emerge in maniera nitida. Trasformare la delusione in una possibilità, anche in un contesto non sempre facile. Cercare qualcosa di buono dalla vita. Ciò che forse si avverte in difetto è uno sguardo di comunità poco lungimirante: poca coesione sociale, la presenza di una solidarietà che è sempre legata all’affetto e alla vicinanza, e mai all’appartenenza ad un mondo più ampio. Ma forse i tempi che viviamo sono quelli e guardare oltre il giardino del vicino per tutti è davvero difficile. Soprattutto per ragazzi che, dalle loro parole, fanno emergere di aver ricevuto un mondo in eredità altamente scricchiolante e precario.

Dopo l’inchiesta fotografica portata avanti con una quarantina di ragazzi tra gli 11 e i 14 anni e dall’elaborazione delle loro idee, abbiamo organizzato con loro tre appuntamenti durante i mesi estivi con l’obiettivo di riprenderci insieme tempi e luoghi di comunità, dopo un anno di distanziamento sociale forzato. Camminate, Animazione teatrale, Lab di Mountain Bike, Aperikappa e Cinema all’aperto…
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WEBCAST: Anche attraverso il lavoro all’interno della scuola media, abbiamo così prodotto con loro un video con la raccolta di tutte le loro idee, foto e pensieri.

INCHIESTA FOTOGRAFICA: Settimane dopo, con la possibilità di avere di nuovo i ragazzi in presenza abbiamo lavorato attraverso un’inchiesta fotografica, per ragionare insieme su quali cose sono mancate maggiormente nel periodo di lockdown e quali fossero le attività che sarebbero piaciute loro da vivere insieme e da proporre ai loro coetanei.

L’evento è stato strutturato in due appuntamenti: il primo, riservato agli alunni e agli insegnanti della scuola secondaria di primo grado di Corneliano d’Alba, si è tenuto l’8 giugno e ha visto la proiezione del film di animazione “Iqbal: bambini senza paura”. Il secondo appuntamento è stato organizzato insieme al gruppo di adulti e giovani coinvolti nel progetto del 2017.

Partendo da una delle storie raccontate dai ragazzi, che aveva come tema l’abbattimento degli alberi per costruire una fabbrica, si è discusso sull’importanza degli spazi naturali non solo in quanto polmoni verdi dei nostri paesi e delle nostre città, ma spesso anche luoghi relazionali, luoghi di scambio, di incontro, di comunità.

Si è quindi deciso di proporre il secondo appuntamento in un luogo significativo non solo per il gruppo di lavoro, ma per la cittadinanza tutta: San Bernardino, luogo verde privilegiato del comune, con una sua storia particolare rispetto al tema scelto, dove si era tenuto anche parte dell’evento 2017. La forma d’arte scelta per condividere pubblicamente il tema emerso è stata anche in questo caso quella del cinema e il 4 luglio sarà proiettato nell’area verde di San Bernardino il film d’animazione “Lorax-il guardiano della foresta”.

Il secondo appuntamento si è tenuto nella scuola secondaria di primo grado di Corneliano d’Alba. Stimolo iniziale è stato la visione di un video in cui il cantautore Brunori Sas si interrogava sui concetti di delega e partecipazione. Proprio questo è stato tema di dibattito coi ragazzi: cosa vuol dire partecipare? Si è giunti a ragionare su due dimensioni della partecipazione: da un lato avere la possibilità di agire, di far sentire la propria voce. Lo diciamo sempre: i giovani e i bambini non sono minori, ma sono già cittadini! D’altro canto partecipazione è anche responsabilità, è staccarsi dalla delega e spendersi in prima persona, agire per modificare e migliorare le comunità.

I ragazzi ci hanno raccontato storie riguardanti la propria comunità e le proprie vite, altre che riportavano fatti accaduti in altre parti di Italia o del mondo, storie calde, sentite vicine dai ragazzi anche se accadute in posti lontani o a persone a loro sconosciute. Una storia l’abbiamo raccontata anche noi, la storia di Iqbal Masih, ragazzino pakistano sfruttato in una fabbrica di tappeti che si batté contro il lavoro minorile e a favore del diritto all’istruzione per tutti i bambini.

I ragazzi hanno deciso di condividere con i compagni di scuola la storia di Iqbal, proiettando l’ultimo giorno di scuola il film di animazione a lui dedicato.

Il primo incontro si è tenuto al Cinema Vekkio. Punto di partenza del laboratorio è stata la visione di alcuni spezzoni di film che hanno stimolato dibattito sul concetto di Comunità. La visione del primo spezzone, tratto da “Il vento fa il suo giro”, di Giorgio Diritti, ha portato i ragazzi a riflettere sul concetto di tolleranza: tollerare significa «accettare, sopportare, reggere», tolleranza è «l’atteggiamento di rispetto o di indulgenza nei riguardi dei comportamenti, delle idee o delle convinzioni altrui, anche se in contrasto con le proprie». Dalla discussione i giovanissimi hanno provato a definire la comunità come qualcosa che va oltre il concetto di tolleranza: significa essere disposto a conoscere l’altro, attraverso il dialogo, il confronto, l’apertura; presuppone un sentimento, un calore, una condivisione e una pari dignità anche nel conflitto, perché non si vuole essere ingenui… si sa che nelle comunità ci sono anche tante magagne! La visione del secondo spezzone, tratto dal film “Spiderman” diretto da Sam Raimi, ha permesso invece di ragionare su l’individualismo e l’egoismo che spesso contraddistinguono le nostre vite: si è spinti sempre più ad agire in competizione con gli altri nella scalata verso il successo.

Con i ragazzi abbiamo messo in discussione questa tendenza provando a ragionare su quanto le nostre competenze e conoscenze abbiano senso e valore solo se messe a disposizione della comunità e non solo per noi stessi. Abbiamo citato le parole dello scrittore e saggista statunitense Kurt Vonnegut, prese da un discorso di auguri a degli studenti americani.

Dobbiamo fare del nostro meglio per servire l’unico ente astratto a noi più familiare: la nostra comunità. Vi ritroverete a costruire o rafforzare la vostra comunità. Vi prego di amare questo destino, se si rivelerà il vostro: perché le comunità sono l’unica cosa di sostanza che c’è al mondo.
Tutto il resto sono chiacchiere.

L’evento si è spostato a Corneliano per l’apericena in musica, tenutosi nel bellissimo parchetto di San Bernardino. Il cielo stellato, le luci soffuse, la comunità stretta attorno al palco hanno fatto da cornice allo spettacolo teatrale della Compagnia Fratelli Ochner, spettacolo che unendo il comico con il drammatico, il buffo con la rabbia, racconta dei nostri tempi, di persone che in maniera coraggiosa, nonostante tutto, non si fermano di fronte alle difficoltà, ma lottano e, perché no?, a volte vincono.
(qui potete leggere cosa hanno condiviso con noi gli artisti della compagnia teatrale).

(qui potete leggere cosa hanno condiviso con noi gli artisti della compagnia teatrale)

…perchè continuiamo ad essere convinti che questo sia il vero compito della cultura e dell’educazione: farci incontrare, aiutarci ad interrogarci sulla vita e risvegliare le nostre coscienze.

Una piccola porzione di Piazza San Pietro, enorme parcheggio di ghiaia e cemento in pieno sole, ha preso nuova vita e colore grazie a gazebi, cuscinoni, libri, disegni, cartelloni e un piccolo anfiteatro realizzato con bancali di legno.

Uno spazio pubblico animato attraverso l’apicoltura didattica, un laboratorio di fumetto, truccabimbi e palloncini, giochi per bambini e web radio.

Un grazie particolare a Damiano Grasselli del Teatro Caverna che con la lettura animata “La scatola Rossa” ha condiviso coi presenti una bella storia di comunità, recuperando parole chiave quali dono, condivisione, fiducia e appartenenza.