Patto di comunità Alta Langa
NESSUNO RESTI INDIETRO

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Prospettive e senso del Patto

Grazie al lavoro incrociato tra didattica curricolare e pedagogia sociale abbiamo cercato di far emergere “dal basso”, cioè dagli alunni e dalle alunne dell’Alta Langa, quale fosse l’immagine che loro avevano del territorio e quali fossero i loro bisogni profondi per non “sentirsi indietro” rispetto ai ragazzi e alle ragazze delle comunità più popolose e meno frammentate. I due anni di lavoro sono serviti per costruire e rinforzare legami, con l’incontro di genitori e sindaci, volontari e operatori sociali.

Questo percorso, che ci ha già consentito di identificarci come comunità centrata sull’adolescente, sui suoi sogni e sui suoi bisogni, deve ora proseguire e confluire in un vero e proprio Patto Educativo di Comunità, in cui ognuno, secondo le proprie disponibilità, si impegna a collaborare, con azioni concrete, per affrontare le sfide educative del nostro territorio, per contrastare la marginalizzazione e la povertà educativa e fornire nuove chiavi di lettura della complessità del nostro presente. Il Patto quindi non è una mera dichiarazione d’intenti ma contiene una serie di azioni puntuali che i sottoscrittori dovranno compiere anche nell’ottica di rafforzare processi di valorizzazione della scuola pubblica come laboratorio sociale e comunità di partecipazione democratica.

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Dove siamo: Contesto e classi/gruppi coinvolti

L’Alta Langa è situata nella parte meridionale della provincia di Cuneo, al confine con l’entroterra ligure. Tutti i Comuni appartengono all’Unione Montana Alta Langa, alcuni appartengono all’Area Interna Valle Bormida. I Comuni sono situati in una posizione marginale rispetto ai principali centri abitati della Provincia. Quasi tutti i Comuni hanno una popolazione inferiore ai 1000 abitanti, con una forte dispersione della popolazione, in quanto ad un basso valore di densità si associa un’alta percentuale (poco sotto il 40%) di persone che vive in case sparse. L’area in questione è stata oggetto di un forte spopolamento a partire dagli anni ’60; negli ultimi anni il calo demografico si è in parte ridotto, grazie all’arrivo di immigrati, provenienti perlopiù dai Paesi dell’Est ed occupati nei servizi alla persona e in agricoltura. Sull’area sono presenti due istituti comprensivi, estesi dal punto di vista territoriale ma con un basso numero di iscritti (460 circa sia nell’I.C. Bossolasco-Murazzano che in quello Cortemilia-Saliceto). L’area mostra una condizione di isolamento viario e di marginalità sociale; gli impianti sportivi ed i servizi culturali sono quasi del tutto assenti, privando in tal modo i giovani di opportunità formative e ricreative, e incidendo altresì negativamente sulla socializzazione e sulla dispersione scolastica esplicita ed implicita. La scuola viene pertanto ad assumere una rilevanza sociale, in quanto unica agenzia culturale presente sul territorio. È quasi esclusivamente la scuola ad offrire occasioni formative e culturali in orario extracurricolare, grazie ai fondi PN e PNRR e grazie alla partecipazione, anche in rete, a bandi ministeriali e di fondazioni bancarie. Al percorso hanno partecipato sinora circa 400 alunni dei due istituti comprensivi e circa 700 genitori.

Grande Mappa dei Tesori dell’Alta Langa

La Fotografia del Territorio

È stata creata e implementata la Grande Mappa dei Tesori dell’Alta Langa, ovvero una mappa digitale, liberamente consultabile e condivisibile, su cui sono stati via via caricati tutti i contenuti realizzati durante le attività del progetto Nessuno Resti Indietro.

Sulla Mappa si possono trovare contenuti ed esperienze adatte a grandi e piccini, risorse didattiche per i docenti e le figure educanti, i contenuti creati dai bambini e le testimonianze di tutte le attività della Comunità Educante dell’Alta Langa.

Si può consultare la Mappa, utilizzandola come bussola per esplorare i luoghi dell’Alta Langa (ogni punto è georeferenziato e l’app può dare indicazioni stradali), ma è anche possibile utilizzarla on line da casa per un tour virtuale.

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Metodo pedagogico e “cardini progettuali” del Patto educativo di Langa

Il Patto educativo “Nessuno Resti indietro” vuole essere strumento e architrave della Comunità educante del vasto territorio Unione Montana Alta Langa.

Il Patto si basa sulla riappropriazione democratica da parte di bambini/e ragazzi/e, famiglie, insegnanti, educatori, istituzioni e persone interessate dei temi e spazi della comunità tutta con particolare attenzione e cura alla tematica educativa.

Il Patto educativo “Nessuno resti indietro” nasce e si sviluppa secondo alcuni cardini, pilastri e strumenti:

  1. l’approccio pedagogico che va ad identificare i bambini/e, ragazzi/e come già Soggetti agenti (anche se in formazione) e quindi come potenziali trasformatori e attivatori di pratiche emancipative di comunità
  2. l’alleanza educativa tra didattica scolastica e pedagogia sociale (non solo una Rete) per andare incontro alle persone nei loro percorsi formativi
  3. il metodo dell’inchiesta e della ricerca educativa come emersione dei temi comunitari rilevanti e maieutica personale e collettiva
  4. il territorio come mappa/spazio vivo, abitante e dialogante della comunità che si vorrebbe diventare e non come mero sfondo geografico
  5. la comunità educante come creazione, processo e sviluppo di un’Assemblea (giovani e adulti) intesa come esperienza di democrazia vissuta e non come entità e o raggruppamento di persone.
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Le attività e lo sviluppo dell’inchiesta

a1_ Mappatura sociale

La nostra mappatura sociale del territorio e della comunità inizia sempre con porre la questione, e la conseguente riflessione collettiva, sul fatto che di mappe ufficiali fatte dai ragazzi e dalle ragazze, bambini e bambine, non ce ne sono.

Siccome l’intento è quello di avere una fotografia del territorio attraverso lo sguardo dei ragazzi e delle ragazze, chiediamo loro di disegnare, prima singolarmente, i propri luoghi del cuore, i posti della propria comunità che ritengono importanti e significativi, che in qualche modo raccontino di loro, delle loro abitudini e di come vivono il loro territorio.

A questo punto, dopo la condivisione di tutte le mappe singole, si passa alla produzione di una mappa condivisa, frutto dell’insieme di quei luoghi che tutti e tutte reputano significativi. Una mappa sociale dunque che il più delle volte è lontana da riferimenti a stereotipi turistici e topografici, ma semplicemente il risultato del loro punto di vista.

a2_ Cartolina individuale

Una volta completata la mappa sociale di Classe, abbiamo lavorato sulla produzione individuale di una cartolina.

Con il mandato di spedire questa cartolina ad un coetaneo o una coetanea di un’altra comunità educante, i ragazzi e le ragazze dovevano disegnare, nella parte frontale, un luogo, un evento, una scena di vita della loro comunità, e nel retro raccontarla in qualche riga sotto forma di lettera.

Molte delle cartoline raccontano di momenti di vita quotidiana che vanno dall’allenamento al campo, al giro in bici per sentieri di campagna, alle passeggiate con la famiglia nei boschi, al ritrovo con gli amici nei luoghi di aggregazione nei paesi, fino a scene di feste di comunità e ad esperienze di aiuto al lavoro dei genitori (officina, pascolo, bar..)

Bossolasco (elementari)
Castelletto Uzzone

b1_ Inchiesta ludica

Dopo la mappatura, abbiamo iniziato il vero e proprio lavoro di inchiesta, che ha usato le stesse mappe come punto di partenza, cercando poi di far emergere quelli che erano i loro pensieri, le storie, i loro punti di vista sulle loro comunità. L’elemento ludico che ha accompagnato questo inchiesta è stato differenziato in base all’età dei ragazzi e ragazze, bambini e bambine.

Nelle classi della scuola primaria abbiamo proposto l’attività della Mappa Colorata, partendo appunto dalla loro mappa sociale, hanno assegnato ad ognuno dei luoghi dei colori e hanno descritto il perché delle loro scelte e raccontando alcune storie che hanno portato alla scelta del colore (come un bar color Marrone come la crema di Nocciole, un parco dove vanno a giocare a saltare con la bici color Rosso per via delle ferite per le cadute, o la scuola che è tutti i colori perché è bella come l’arcobaleno).

b2_ Laboratorio intervistiamoci

Con i ragazzi e le ragazze delle scuole medie abbiamo invece optato per il laboratorio “Intervistiamoci”; abbiamo insieme elaborato una ventina di domande (che poi si sono sottoposti a coppie in modo casuale) che hanno aiutato a interrogarsi sulla propria comunità, su come la vivono, quali sono le abitudini, quali sono determinate caratteristiiche, gli aspetti positivi e anche le eventuali criticità.

Domande come “Quali sono le attività più significative che si fanno nel tuo paese?”, “Solitamente cosa fai per divertiti con i tuoi amici quando esci in paese’” o “Descrivi una cosa che non ti piace e una che invece apprezzi del tuo territorio e perché”, ci hanno permesso di far emergere i primi nodi, le prime questioni e primi temi caldi dell’essere ragazzi e ragazze che vivono nel loro territorio.

Video interviste di

Bossolasco medie • Cortemilia 1A e 1B • Lequio medie • Monesiglio

c_ Laboratorio di immaginazione comunitaria

Una volta restituito il loro sguardo sul proprio territorio, evidenziato i loro luoghi di riferimento, condiviso storie legate a quei posti e confrontati su diversi aspetti del vivere nelle loro comunità, abbiamo chiesto loro di provare a pensare ad un luogo, un’attività, un’iniziativa che nei loro paesi manca e che secondo loro sarebbe importante che ci fosse.

Divisi in gruppi hanno condiviso le loro idee e successivamente hanno provato a realizzarli attraverso un progetto e presentarlo agli altri e alle altre attraverso la costruzione di un plastico, accompagnato da una vera e propria presentazione della proposta.

d_ Esercizi di democrazia praticata

Come si pratica la democrazia, con quali strumenti?
Cosa vorrei dire agli adulti del mio territorio?

Abbiamo creato i presupposti per fare sviluppare un discorso e una pratica di “potere” su una rivendicazione, su un problema, su uno stato d’animo o un’ingiustizia che i bambini/e, i ragazzi/e ritengono importante sollevare a livello comunitario

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4 temi del Patto educativo di Alta Langa Nessuno Resti Indietro

1_ CENTRO EDUCATIVO/CULTURALE

Trovare e creare un luogo (già esitente! e magari diffuso) in cui realizzare un progetto educativo e culturale per ragazzi e ragazze e la comunità tutta.
Un luogo in cui poter giocare e fare sport non agonistico, dove guardare film e serie tv, dove poter sperimentare e conoscere varie attività artistiche e culturali (fumetti e scrittura, teatro, lettura, video)
Un luogo co-gestito dai ragazzi/e e dagli adulti del territorio
Un luogo che sia “laboratorio dello stare insieme informale” e allo stesso tempo organizzi attività ed iniziative aperte e pubbliche.
Un centro educativo e culturale come “casa dell’Assemblea e del Patto di comunità”

2_ “TAXI DI LANGA”

Immaginare e organizzare un trasporto pubblico e comunitario (un pulmino?) che possa permettere a ragazzi e ragazze di incontrarsi nei momenti pomeridiani e festivi.
Un “taxi di Langa” che avvicini il “territorio” (vista la dispersione geografica) e permetta di fare incontrare in momenti formali ed informali i ragazzi e le ragazze.
Questo trasporto comunitario potrebbe essere direttamente collegato alle attività e momenti del Centro Educativo Culturale

3_ AMBIENTE NATURALE/VIVERE ESPERIENZE ALL’APERTO

Viviamo in un territorio bellissimo. Ma quanto lo conosciamo? Quanto lo viviamo? Siamo in grado di prendercene cura?
Attraverso il Patto educativo proponiamo di fare momenti didattici ed educativi all’aperto.
Proponiamo di sviluppare attività pomeridiane e serali nei campi, nei giardini, nei boschi del nostro ambiente naturale di Langa vivendolo come parte integrante della comunità e non come mero sfondo.
Il Patto educativo come atto di cura reale e di vita vissuta nel, con e per il territorio di Langa.

4_ FARE CON LE MANI – LABORATORI ARTIGIANI

Un Patto educativo che permetta incontri intergenerazionali e trasmissione di conoscenze di pratiche manuali e artigianali.
Volere diventare capaci di fare cose pratiche, lavorando materiali “grezzi”per realizzare strumenti utili,oggetti di uso comune.
“Andare per botteghe” significa per noi non consumare o acquistare oggetti o cose sul territorio, ma incentivare relazioni con persone che possano insegnare mestieri e competenze legate alla manualità.
Il Centro educativo culturale dovrebbe prevedere una serie di laboratori (e strumentazione collegata) per poi approfondire la scoperta di questa artigianalità.

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L’Assemblea

a_ Nasce l’Assemblea

L’Assemblea (composta da bambini/e e adulti di riferimento del territorio) è allo stesso tempo strumento e contenuto della comunità educante e sviluppo operativo del Patto stesso.
L’Assemblea funzionerà attivando incontri di discussione e dibattito (intergenerazionali) sui temi emersi dall’inchiesta e contribuirà alla condivisione del Patto a livello operativo con le istituzioni, le famiglie e le persone interessate

b_ Lavoro dell’Assemblea

LEQUIO 18 Marzo

Il tema discusso in questa assemblea sono i rapporti e le relazioni tra bambini/e ragazzi/e e gli adulti, intesi sia come figure genitoriali, che insegnanti, educatori e figure istituzionali.
In particolare i ragazzi e le ragazze segnalano la loro necessità di essere ascoltati sulle tematiche che riguardano la scuola il territorio e la loro organizzazione.

“anche noi possiamo capire il mondo”, “proporre momenti formali in cui insegnanti ascoltano le nostre esigenze e situazioni”, “insegnarci la democrazia vuol dire potersi esprimere”, “essere consultati sulle modifiche che riguardano gli spazi scolastici e sportivi”, “l’Assemblea è importante per questo momento dove noi apriamo i discorsi”, “accendete le orecchie perché abbiamo voglia di fare e impegnarci”, “essere presi sul serio perchè a volte abbiamo considerazioni valide tanto quanto gli adulti”, “per comprenderci cercate di ricordarvi come eravate bambini/e voi” “facciamo manifestazioni e azioni insieme sulle cose che non funzionano, “basta aspettative siamo liberi perchè ci piacerebbe essere aiutati ma non costretti nelle scelte che ci riguardano”

• COSTRUIRE UN DIALOGO/SPAZIO/MOMENTO CONTINUO DOVE I RAGAZZI E LE RAGAZZE POSSONO PROPORRE IDEE PER CONSIGLI COMUNALI/CONSIGLI DI ISTITUTO
• APPROFONDIMENTO E CONSULTAZIONE ANCHE DEI RAGAZZI/E SU TEMI “GRANDI” CHE RIGUARDANO LE COMUNITA’ IN CUI SI ABITA.

BOSSOLASCO 18 Marzo

Il tema discusso in questa Assemblea sono le possibili idee di scuola e di didattica che si potrebbero realizzare concretamente nel nostro territorio. Il Patto quindi vuole diventare uno strumento effettivo di possibili cambiamenti e rinnovamenti per dare sempre più occasioni di partecipazione effettiva a tutti e tutte gli studenti e studentesse. Emerge la possibilità di un mutuo-aiuto da parte degli studenti stessi per cercare di aiutare in alcune occasioni chi si trova più in difficoltà in alcune materie scolastiche.

“avere più tempo per la vita significa avere luoghi come l’oratorio o altri da inventare in cui potersi esprimere e non solo fare i compiti”, “eliminare i pomeriggi a scuola e realizzare altre attività educative”, “non usare sempre i libri per i compiti ma far fare esperienze pratiche”, “aiutarci ad organizzare gli orari anche pomeridiani”, “è un po’ brutto essere giudicato con un voto numerico, potrebbe essere interessante un giudizio orale e scritto insieme”, “non essere sgridati per un brutto voto ma ripartire dagli argomenti che non sono stati studiati bene”, “ansia per le prove e le verifiche, potrebbe essere un’idea realizzare verifiche di gruppo e di classe”, “uscire e fare laboratori collettivi in aule all’aperto”, “esperienze tra scuola e doposcuola nel nostro territorio”, “uscire una volta alla settimana per fare un’esperienza di classe”, “giocare all’aperto durante lezioni e intervalli”

• Almeno ogni settimana realizzare un laboratorio, una lezione o un’esperienza all’aperto (territorio)
• Avere almeno un’ora alla settimana di aiuto reciproco (tra ragazzi/e) o da insegnanti per studio o esercizi
• Avere un momento ogni mese di assemblea sui temi importanti o anche solo di chiacchiere, gioco e informalità con gli altri studenti/studentesse
• Essere presente almeno ad un colloquio tra insegnanti e genitori

CORTEMILIA 20 Marzo

In questa Assemblea il tema rilevante è stato quello della relazione con il territorio di Langa, inteso come elemento vivo da curare, in cui imparare a stare, da conoscere e far conoscere meglio. C’è un’idea di provare ad “aggiustarlo” per quegli aspetti che sembrano agli occhi dei ragazzi/e problematici o potenzialmente rischiosi (tema ambientale, inquinamento, monoculture). Emerge la voglia di fare esperienze scolastiche, laboratoriali e ludiche in relazione ad esso.

“il nostro territorio ci sta aiutando a crescere adesso e in passato, quindi dobbiamo curarci di di lui”, “fare ricerche sui fiumi, boschi e altri aspetti importanti del territorio”, “a volte anche fare una mappa dei luoghi che ci sembrano brutti potrebbe essere utile”, “realizzare una storia del territorio sia degli aspetti geografici che delle persone”, “fare gite in bici o a piedi nei boschi con gli adulti”, “oltre alle nocciole cosa potrebbe essere bello piantare?”

• Fare una ricerca stile serie di podcast sugli aspetti/luoghi del territorio e di persone che lo raccontano (tipo biblioteca vivente)
• Fare esperienze di vita nei boschi (tipo costruzione fortini, case alberi)
• Fare una mappa con luoghi abbandonati/brutti da utilizzare per tutta la comunità

MONESIGLIO 20 Marzo

In questa Assemblea abbiamo condiviso l’idea del PATTO e dei 4 aspetti principali da sviluppare insieme alle figure educative e adulte (istituzionali e non) del territorio.
Emerge l’idea di un momento finale di presentazione ai vari sindaci, consiglieri e figure adulte che possono prendere responsabilità sul Patto stesso e sulle varie proposte. Emerge l’idea di far conoscere il Patto ad altri bambini/e più piccoli o più grandi del territorio. Si vorrebbe fare una serie di gite in altri contesti/territori che hanno creato anche loro dei Patti educativi. Una sorta di Erasmus delle Comunità educanti

• Rendere operativi i 4 temi con gli adulti e istituzioni del territorio
Far conoscere con momenti di gioco il patto educativo ad altri bambini/e del territorio
• Fare un “erasmus”(scambio educativo) in altri posti d’italia in cui si stanno facendo patti educativi

c_ I primi sviluppi (risposte degli adulti)

Nelle Assemblee il ruolo degli adulti (insegnanti, educatori/trici, amministratori/trici, operatori/operatrici culturali) ha avuto un doppio “registro”: quello dell’ascolto attento e aperto alle idee e istanze emerse dall’inchiesta da parte dei ragazzi e ragazze e l’elaborazione di possibili strategie in comune per rendere concrete le proposte. E’ in questa fase che dal nostro punto di vista si è resa effettiva la Comunità Educante dell’Alta Langa.

1_ CENTRO EDUCATIVO/CULTURALE

In ogni Comune ci sono spazi disponibili e che si possono mettere a disposizione ma crediamo che potrebbe essere coerente con il progetto stesso rendere operativo un plesso scolastico per farlo diventare un polo educativo e culturale a 360 gradi (progetto aula multifunzionale Bossolasco)

2_ “TAXI DI LANGA”

Disponibilità già effettiva di un pulmino del progetto CA’NOSTRA (comuni di Bosia Cravanzana Feisoglio Borgomale. Gli istituti scolastici potrebbero essere centro di riferimento per organizzare i possibili “volontari” del servizio (di accompagnamento e guida) e di collegamento per le attività da raggiungere sul territorio.

3_ AMBIENTE NATURALE/VIVERE ESPERIENZE ALL’APERTO

Disponibilità di organizzare parti di didattica scolastica e momenti educativi pomeridiani utilizzando gli ambienti esterni. (giochi e laboratori)
Dare un ruolo operativo a gruppi di ragazzi/e a rotazione sui tre siti dell’Ecomuseo (essiccatoio castagne, Monteoliveto e Centro interpretazione del paesaggio). Far partecipare a gruppi di ragazzi e ragazze alle riunioni organizzative delle attività dell’Ecomuseo e del Premio Gigante delle Langhe

4_ FARE CON LE MANI – LABORATORI ARTIGIANI

Creare un archivio di disponibilità di persone che mettono in comune le loro capacità artigianali/manuali. La scuola e/o lo stesso Centro Educativo Culturale potrebbero ospitare questo archivio e queste progettualità. Si segnalano come di particolare sviluppo le arti manuali del cestino in vimini, della pasta fatta in casa e dei muri a secco in pietra. Collegato al Centro Educativo Culturale potrebbe essere quello di creare un laboratorio multimediale (podcast) di “biblioteca vivente”. Ogni attività, ogni laboratorio e ogni persona interessata potrebbe non solo trasmettere la propria competenza manuale, ma anche permettere ai ragazzi/e di realizzare di trasmetterla utilizzando le nuove tecnologie.

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Cosa rimane da fare…

ci vediamo a Settembre!

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I passi futuri/cosa ci aspettiamo

ci vediamo a Settembre!